Training Autogeno

INTRODUZIONE AL TRAINING AUTOGENO INFERIORE
Cos’è il TA?

Per molti anni mi sono dedicata all’insegnamento del Training Autogeno Inferiore nel mio studio e grazie a questa esperienza oggi mi reputo una buona guida per chi volesse approcciare questa tecnica. Il quesito sempre più difficile a cui mi trovo rispondere, sembrerà paradossale ma è: che cos’è il Training Autogeno?
Ad oggi, non sono ancora riuscita a trovare una risposta che mi sembri esaustiva e soddisfacente. Prima di cercare una buona definizione, preciso che il Training Autogeno si divide in TA Inferiore e TA Superiore. Quest’ultimo è una vera e propria tecnica di psicoterapia, si svolge individualmente con la guida del terapeuta e non sarà oggetto di questa trattazione. Per comodità mi rivolgerò al Training Autogene inferiore semplicemente con il termine TA. 
Ho spesso sentito riferimenti al TA che lo riducevano ad una semplice “tecnica di Rilassamento” talvolta insegnata nelle palestre da personale con dubbia formazione; tuttavia gli importanti benefici che è in grado di apportare alla nostra persona meriterebbero più nobile attenzione, senza voler sottrarre nulla alle utilissime pratiche di rilassamento. Qualcuno ne parla come se fosse una sorta di “yoga occidentale”, ma questa definizione appare piuttosto vaga, forse anche in virtù del fatto che noi occidentali potremmo saper meno dello yoga che non del TA. Spesso lo si associa alle tecniche di autoipnosi; questa analogia seppur veritiera porta in sé un difetto: quest’ultime operano a partire da un livello mentale per apportare uno stato di calma che coinvolge il corpo, situazione contraria a quella del TA nel quale si cerca di lavorare a partire dal corpo per evocare uno stato di quiete nella mente. 

Forse mi piace più vedere il TA come a una possibilità di vita, un modo di essere, una specie di filosofia avvolgente, una concezione della vita nel pieno rispetto delle sue leggi. 
E’ accettazione, è la possibilità di lasciare che le cose che debbano accadere accadano, è armonia mente, corpo, mondo, universo.
Lo spazio, il tempo e ciò che in essi capita, sono il destino. La dimensione del TA è ciò che da all’uomo la possibilità di dare al destino, un “fine”.

Al termine dell’allenamento, il TA rende capaci di vivere nella condizione presente, nel qui ed ora. Ovvero aiuta a neutralizzare gli stati ansiosi che derivano dalla paura del futuro e i fastidiosi rimuginamenti che ci bloccano nel passato. Ovviamente non si sta parlando delle utili capacità di anticipazione e di autoriflessione, ma di quell’amplificazione di queste due componenti che chi ha sperimentato ben conosce nel loro valore distruttivo e bloccante. 
Ad esempio possiamo riconoscere come funzionale anticipare la preoccupazione di un esame da sostenere l’indomani, per poter studiare quanto ci occorre per tempo; sarebbe svantaggioso se la preoccupazione ci agitasse al punto da non consentirci lo studio e la concentrazione.  
Allo stesso modo è utile compiere autoriflessioni per migliorarci, ma restare bloccati nell’imbarazzo di una figuraccia ci fa solo stare male. 

Il TA è quindi uno strumento utile per agire e pensare sempre al pieno delle nostre risorse e capacità anche nelle situazioni stressanti.

Dopo quanto esposto, una piccola precisazione pratica: il TA è semplicissimo e facilmente apprendibile da tutti (sebbene sia sconsigliato in particolari condizioni come in seguito descritto). 
Necessita di sole 6 settimane per essere appreso in tutti gli esercizi (6 esercizi, uno a settimana) ma un tempo che varia dai 2 ai 6 mesi di allenamento per poter sperimentare gli effetti benefici profondi. Tuttavia sin dai primi allenamenti mi sono da sempre stati riferiti dai miei allievi importanti vantaggi immediati. 
Se da un alto è vero che la tecnica è molto semplice, è altrettanto vero che occorre comprendere appieno il significato, il funzionamento e il senso di quanto praticato perché gli importanti fattori che sostengo l’attività (motivazione, beneficio percepito, fatica, tempo impiegato) rimangano in un rapporto funzionale al proseguimento degli allentamenti nel tempo. Mi spiego meglio: chi eseguisse gli esercizi semplicemente aderendo alle formule, si stancherebbe presto, non troverebbe il tempo, forse si sentirebbe sciocco nella pratica e abbandonerebbe il training prima di arrivare al benessere ricercato. All’inizio degli allenamenti servono circa 7 minuti per compiere solo il primo esercizio e i benefici percepiti sono pochi. Tuttavia giunti alla fine del training in soli 2-3 minuti si eseguiranno tutti e 6 gli esercizi e con massimo beneficio. E’ evidente come il rapporto costo/beneficio sia inizialmente disfunzionale, sbilanciato verso il fattore costo, ma alla fine indubbiamente vincente. 
I benefici del TA sono verificati anche a livello fisiologico. La riduzione dei livelli di stress favorisce il sistema cardio-circolatorio, il sistema immunitario, il sistema digerente e l'autoregolazione di alcune funzioni organiche come il ritmo cardiaco, temperatura corporea. Il TA permette il rapido recupero delle energie psicofisiche, favorisce la possibilità di addormentarsi nei disturbi del sonno, è efficace nel ridurre la percezione del dolore (spesso usato in odontoiatria o durante il parto). Migliora l’auto-determinazione e agisce positivamente sull’autocritica e sul controllo. 
Altresì le capacità attentive e di concentrazione risultano implementate dalla pratica. 

Il training autogeno non è indicato nelle seguenti condizioni: 
- Bambini piccoli (sconsigliato sotto i 7 anni)
- Disturbi psicotici
- Fase acuta cardiopatie (altamente sconsigliata nei sei mesi successivi ad un infarto, molto utile nella successiva ripresa) 


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